[Ninux-Calabria] Ninux.org, isola Cosenza

Stefano De Carlo stefanauss a gmail.com
Mar 9 Ago 2016 13:35:53 UTC


Il 02/08/2016 10:31, Giuseppe De Marco ha scritto:
> Ieri Alessandro mi ha comunicato di uscire dalla rete e di vendere le
> antenne (due nodi in meno).
>
> Venerdì Geppino mi ha chiesto come mai la rete stia facendo così
> pietà, gli ho indicato di chiederlo in lista.
>
> In effetti la rete è quasi inutilizzabile, non riesco ad utilizzare
> efficacemente nemmeno la connessione SSH verso il CeSMMA, nè tantomeno
> il tunnel openVPN, preferisco uscire dalla wan infostrada perchè
> altrimenti non riesco a lavorare decentemente (link instabile,
> timeouts, disconnessioni).
>
> Ormai è un pò di tempo che la nostra rete sta un pò non tanto messa bene.
>
> Meno male che non ho montato l'antenna sul tetto per fare il peering
> verso la casa della cognata di Alessandro, avrei sprecato tempo e
> denaro.
>
> Io credo che Cerisano stia abbassando la velocità della rete perchè
> associa troppo "sul bordo" del beam di newspig, credo che il tilt
> impostato all'antenna di newspig sia un pò hacklab-centrico e che il
> fenomeno del "bordo-di-cerisano" sia sopraggiunto a seguito della
> modifica del tilt della rocket di newspig.
>
> In lista c'è un mortorio, ieri ho incontrato Pietro e questo mi ha
> detto che crede che sia meglio un "reset della rete", una piccola
> apocalisse per intenderci.
>
> Siete sicuri di credete in questo genere di cose?
> Sappiamo quello che facciamo oppure stiamo dando i numeri?
>
> Per me non esiste la tecnologia figa e quella meno figa, la
> configurazione professionale e quella non-professionale, tutto questo
> genere di roba, per me, sono chiacchiere. Per me esiste solo la
> tecnologia che funziona e quella che non funziona.
>
> Non stiamo funzionando, ci sono domande, ci sono risposte?
> Qualcuno ha già deciso qualcosa oppure è tutto a caso?

Ciao Peppe,

perdona il ritardo della risposta, tante cose da fare e molto a cui pensare.

Lo stato attuale della nostra rete è lo specchio dei due approcci diversi che abbiamo seguito nel tentativo di espanderla, ovvero

* quello totalizzante, ninux-dall'ideologia-alla-tecnica-no-stop, per tutti a prescindere dalle esperienze, dalla forza motivazionale, dagli obbiettivi di ciascuno.
* quello pragmatico, ninux-per-le-persone, ninux-che-funziona, ninux-entra-anche-tu "e per contribuire e imparare ci sarà tempo"

che hanno entrambi fallito. Ne va maturato uno nuovo, ne sento una necessità personale se non collettiva, ma quale sia ancora non lo so.

La rete tecnicamente non va, dici bene. Non va bene da parecchio, per questo su questa lista c'è una collezione di discussioni che da mesi abbiamo aperto e dove parlare lavori in corso per capire, prima, e risolvere, poi, il problema. Non li linko per brevità, ma sono accessibili a tutti negli archivi pubblici. Ognuna di queste si chiudeva con un invito per tutti a partecipare alla definizione delle soluzioni e degli approcci, invito replicato poi anche personalmente a tutti i nodi, in molti casi anche viso-a-viso.

I lavori sono in corso da mesi, lenti perché "ninux è una rete che funziona" e allora via di test nottetempo, cuscinetti di avviso, e altre giuste precauzioni, ma soprattutto: per sistemarla serve l'aiuto di tutti, quindi diamoci il tempo di compattarci, informarci e partecipare.

La "tecnica" per molto tempo ha funzionato, poi non più tanto bene ma ancora ancora, ora non più. Era un peggioramento già annunciato e prevedibile, ma in nessuna delle fasi di questo progressivo, ma non certo improvviso, decadimento è scattata la molla della partecipazione.

Capita spesso di procrastinare e quando ci si decide poi le cose si fanno più difficili, lo faccio troppo spesso anche io :)
Purtroppo questo è il momento in cui si dovrebbe produrre il massimo sforzo collaborativo, ma invece si sta assistendo a più esempi di qualcosa di diverso: "ninux per me non funziona, esco". È del tutto legittimo pensarlo e agire in tal senso, ma quello su cui voglio porre l'attenzione adesso è che questo svela un atteggiamento verso Ninux che è essenzialmente il medesimo che abbiamo di fronte ad un servizio commerciale.

* È un qualcosa prodotto da altri e il mio unico apporto al processo è la consumazione;
* Se qualcosa non va, sarà responsabilità di qualcun altro sistemare;
* E se proprio non funziona, lo abbandono.

A prescindere dalle parole, le azioni (e soprattutto le inazioni) raccontano la storia meglio di tutto il resto. Io ci vedo questo problema: nella community che abbiamo allargato nel corso del tempo, la reazione più diffusa alle avversità è l'attesa passiva (quando non aggressiva) o l'abbandono, ed è troppo troppo troppo raro un "ok, che cosa possiamo fare?".

Non è un discorso totale e ci sono stati e abbiamo ancora dei buoni momenti di community, ma di fondo c'è un'asimmetria che io sento corrosiva e che per lungo tempo è stata nascosta da una tecnica funzionante ma che nei fatti (quelli rivelati da azioni e inazioni) c'è sempre stata. Puramente per mancanza di parole più adatte e odiando la semplificazione, chiamiamola un'asimmetria tra chi vuole sentirsi "produttore" di una ninux e chi preferisce "consumarla".

È sufficiente guardare la topologia della nostra rete; la spiega molto meglio di me quest'asimmetria, e non è inopportuna come me e le parole che posso scegliere o no per designarne i due lati. In questa risposta non ho parlato di tecnica e non ne parlerò, ci sono le altre discussioni per farlo e a brevissimo mi ci ributterò. È però palese che qualsiasi sia la soluzione tecnica al problema della nostra rete, non sarà *un* settaggio, *una* angolazione, *un* modello di antenna anziché un altro o chissà qualche altro interruttore da solo a trasformare un singolo punto di una collina che spara rete ad una vallata che se la ciuccia, in un qualcosa di più simmetrico. Se NewSpig non va non ci sono alternative a cui appoggiarsi, perché nel tempo (quando ce n'era parecchio) non sono state costruite.

Qualsiasi sia la soluzione ci vorrà tempo, e ci vorranno molti primi passi fatti che andranno fatti ma non vedranno alcun ritorno immediato, e giustamente qualche "perché farlo io?" passerà in qualche testa. Penso che entro breve tutti i nodi cosentini, implicitamente o esplicitamente, risponderanno a questa domanda.

La lista è un mortorio da un po', vero. Le spiegazioni sono molto banali. Essenzialmente siamo sempre stati in 4 a portare avanti le discussioni qui, che siano tecniche o sulla natura di ninux, e quando non siamo online passiamo la gran parte del nostro tempo a <50m di distanza; Una facile conta delle teste dice che è stato un periodo decisamente più impegnato del solito, che si protrae da un po'; il lavoro che è stato portato avanti su Ninux fa parte delle analisi lente e noiose, di deadline da attendere, di dati raccolti (e condivisi), ma niente di entusiasmante; più di tutto, la delusione per i mancati nuovi apporti, per gli inviti a partecipare caduti nel vuoto, per l'essere sempre i soliti 4 a curarsi della rete senza poter ascoltare altre prospettive, idee.

Se in passato alcuni di noi hanno sostenuto con fervore (ma sempre col benessere della rete in mente) una qualche tecnologia "figa", è ormai da mesi che per scelta non ne proponiamo più alcuna, ma aspettiamo *nuove* idee e *nuovi* approcci da *nuove* voci, perché è comprensibile se qualcuno non muore dalla voglia di implementare soluzioni che non ha perlomeno contribuito a definire;

Se in passato c'è stata qualche apprensione nei confronti di qualche particolare utilizzo della rete, è ormai più di mezzo anno che sappiamo che senza la consapevolezza che Ninux ti appoggia in tutto quello che vuoi farci, non può nascere la voglia di contribuire a migliorarla per sé e per il collettivo;

È quindi da tempo che abbiamo rimosso ogni possibile ostacolo artificiale alla partecipazione. Solo partecipazione chiediamo da mesi, aprendoci ad ogni forma purché tangibile potesse assumere. Ma di partecipazione non ce n'è stata. È un freddo dato di fatto, e doverne prendere atto è quello che più di tutto ci sta fiaccando.

Come penso ormai saprai, l'opinione di Pietro è di Pietro soltanto. Capisco da dove arriva, ma non la condivido e so per certo che non la condivide nessun altro. Credo che le decine e decine di ore, molte notturne, dedicate da me, Luigi e Luca (a cui, indovino, ti rivolgi con quel "siete") a preservare la rete da "reset" non desiderati parlino chiaro e tondo in proposito. Semplicemente Pietruzzo è il primo che ha realizzato che quest'asimmetria comunitaria non può essere sostenibile all'infinito e solo adesso ci stiamo mettendo in pari con questa consapevolezza.

Come vedi tantissime domande, poche risposte, nulla è deciso ma niente di tutto questo sta succedendo per caso.

Stefanauss.

-------------- parte successiva --------------
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