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<meta content="text/html; charset=windows-1252"
http-equiv="Content-Type">
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<body bgcolor="#FFFFFF" text="#000000">
<div class="moz-cite-prefix">On 05/31/2015 12:25 PM, Daniele Capasso
wrote:<br>
</div>
<blockquote
cite="mid:CAJ9j-U8-AFqgXhbhdZj3ZRv075wSwHbLC79jZkMhqHZ9GRcudQ@mail.gmail.com"
type="cite">In che senso il problema della potenza? Se uno è
radioamatore può usare potenze più alte, allora perché dici che
non è risolvibile?</blockquote>
<br>
<font face="Helvetica, Arial, sans-serif">Tutti e due i pr<font
face="Helvetica, Arial, sans-serif">oprietari dei </font>nodi
devono essere radioama<font face="Helvetica, Arial, sans-serif">tori</font></font>,
però se si è radioamatori si dovrebbe sottostare a tutta un'altra
serie di normative o sbaglio? Tipo far passare tutti i dati in
chiaro (no HTTPS, no SSH, ecc.). Almeno stando alle discussioni che
sono state fatte più volte in passato su questa lista e offline.<br>
<br>
Quindi a mio avviso, si può fare tutto ma più che chiedersi "si può
fare?" ci dovremmo chiedere "vale la pena farlo?". <br>
Qual'è la motivazione che ti spinge a collegare quel punto in
particolare? Cosa succede se si rompe qualcosa lì? Chi c'è ad
effettuare la riparazione? Cosa succede se quel punto diventa
importante perchè redistribuisce il segnale ad altre X persone ad
altri 50 km di distanza e poi nessuno può fargli manutenzione quando
qualcosa va storto?<br>
<br>
Tutte cose già successe. Abbiamo un nodo su un traliccio che
collegava un intera isola (in zona palestrina) a Roma che ora è
scollegata da mesi.<br>
<br>
Nemesis<br>
</body>
</html>