[ninux-not-wireless] Che succede a Popcorn Time?

Saverio Proto zioproto at gmail.com
Wed Jun 4 11:14:58 CEST 2014


LuX,
hai provato pop corn time su ARM ? Su Odroid o Cubieboard ?

Non c'e' release binaria su quel target, e non ho capito se le cose nodejs
si possono compilare direttamente anche per quel target senza fatica.

Saverio



Il giorno 04 maggio 2014 20:57, LuX <lux at ninux.org> ha scritto:

> *Che succede a Popcorn Time?*
> [image: big data] <http://it.fotolia.com/partner/200460633>
>
> Forse qualcuno conosce già Popcorn Time <http://www.zeusnews.it/zn/20670>,
> il servizio peer-to-peer che permette di guardare film e serie TV in
> streaming.
>
> Niente di nuovo, se non fosse che Popcorn usa il protocollo BitTorrent per
> trasmettere il flusso di dati. La forza di questo sistema ideato da un
> gruppo di hacker argentini è l'aver unito la trasmissione in streaming e il
> peer-to-peer.
>
> Il che significa, in soldoni, una pluralità di emittenti e l'impossibilità
> di essere tracciati: ovvero prestazioni eccezionali (risoluzioni elevate e
> nessun problema di banda) e disponibilità di film anche recentissimi. Cosa
> si può volere di più da uno streaming?
>
> Si tratta di quello che in gergo viene chiamata una *killer application*,
> per questo motivo il servizio è esploso, suscitando l'amore degli utenti e
> la stizza della Motion Picture Association of America
> <http://www.zeusnews.it/util/extlink/cerca.php?q=Motion+Picture+Association+of+America>
> (l'Organizzazione americana dei produttori cinematografici).
>
> Come succede spesso in questi casi, il lavoro della comunità PopcornTime
> era formalmente al riparo da ripercussioni legali, ma quando i colossi del
> copyright si muovono per i loro interessi, lo fanno con mano greve, non
> risparmiandosi pressioni, minacce, parole grosse e avvocati.
>
> Così, gli hacker si sono fatti da parte. Con un comunicato
> <http://www.zeusnews.it/link/24104> hanno annunciato la loro resa: *"Abbiamo
> imparato molto da questa esperienza"* scrive il collettivo dal nome di
> Pochoclín (il nome deriva da "pochoclo", ovvero popcorn nel dialetto di
> Buenos Aires).
>
> Prosegue Pochoclín: *"In particolare abbiamo imparato che lottare contro
> il vecchio sistema di potere ha un suo costo. Un costo che nessuno dovrebbe
> essere costretto a pagare, in qualsiasi forma"*.
>
> Questa resa ha portato un po' di confusione: molti hanno sostenuto che il
> progetto era stato forzatamente chiuso, e in ogni caso sembrava perso per
> sempre.
>
>
> Ma dopo poche ore sono saltati fuori quelli di Time4Popcorn
> <http://www.zeusnews.it/zn/20713>, comunicando di aver preso in mano il
> progetto.
>
> Il comportamento di Time4Popcorn, purtroppo, è risultato fin da subito
> assai poco trasparente, cosa che ha indotto Pochoclín, ovvero la comunità
> originaria, a ripartire a sviluppare e distribuire il software
> <http://www.zeusnews.it/link/24105>.
>
> La confusione, come ci si poteva attendere, è aumentata.
>
> Gli utenti si trovano di fronte a quello che in gergo si definisce *fork*:
> due gruppi di sviluppatori partono dallo stesso codice sorgente e producono
> software sostanzialmente simili. A chi dare credito?
>
> In effetti quelli di Time4Popcorn si comportano in modo stranissimo:
> pubblicano il source code in ritardo e subiscono le lamentele della
> community originaria, che li accusa di copiare spudoratamente il codice
> senza dar loro i crediti e senza rispondere ad alcuna domanda loro posta.
>
> Inoltre spulciando sul confusionario codice sorgente di Time4Popcorn sono
> stati trovati file php che puntano a server estranei che nulla hanno a che
> vedere con torrent e simili (qui la discussione completa
> <http://www.zeusnews.it/link/24108>). Ri-detta in soldoni, c'è il
> sospetto che questi raccolgano dati per scopi pubblicitari.
>
> Il consiglio che ci sentiamo di dare immediatamente è di disinstallare il
> software eventualmente scaricato su Time4Popcorn e di installare quello di
> Get-popcorn <http://www.zeusnews.it/link/24109>.
>
> *"Tornando all'originale, ho ritrovato la 'vecchia' leggerezza di un
> tempo,"* sostiene Matteo G, dell'Officina S3
> <http://www.zeusnews.it/link/24110>. *"Con Time4Popcorn servivano diversi
> secondi prima di visualizzare le copertine, ora ci mette meno di un
> secondo".*
>
> Questa vicenda è il simbolo di che cosa sia diventato il web dei nostri
> giorni: *una vera e propria fogna*. Time4Popcorn è accusata di sfruttare
> il lavoro altrui e di rubare i dati degli utenti per usarli a fini
> pubblicitari. Vi ricorda qualcosa?
>
> Esatto! È proprio quello che fanno, alla luce del sole, Google, Facebook e
> compagnia: offrire servizi gratuiti utilizzando il lavoro, pure gratuito,
> di milioni di entusiasti produttori di contenuti, e lucrare cifre
> inimmaginabili vendendo agli sponsor pubblicità mirata sui dati anche
> sensibili, prelevati agli utenti durante la loro entusiastica navigazione.
>
> L'aspetto più inquietante è che tutto questo avviene con l'inerzia, o
> peggio ancora con la complicità e l'avallo del potere politico, che penserà
> poi a utilizzare i dati per fini di controllo sociale.
>
> Il business model dominante è cambiato: in pochi anni si è passati dalla
> vendita di beni a quella di servizi, poi alla vendita di pubblicità e
> infine alla vendita di dati, cuore della googlenomics
> <http://www.zeusnews.it/util/extlink/cerca.php?q=googlenomics>.
>
> Negli ultimi anni stanno via via sparendo dalla rete non solo i siti che
> offrono servizi autenticamente gratuiti, ma anche quelli che offrono
> servizi a pagamento e pure quelli che offrono servizi gratuiti
> finanziandosi con i classici banner pubblicitari.
>
> Al loro posto, una selva di vampiri succhia-dati, che ci costringono a
> iscriverci con email e numero di cellulare (*"casomai perdessi la
> password, te la mandiamo noi!"*), a invitare gli amici, cioè tutti i
> contatti dell'email ("*basta rispondere di sì, facciamo tutto noi, col
> tuo PC"*), e a produrre contenuti gratuiti.
>
> La differenza tra chi opera senza secondi fini e chi opera secondo lo
> schema googlenomics è inizialmente sottile: qualche secondo di attesa per
> caricare il sito. Il tempo occorrente ai robots per depositare i cookies,
> negoziare il prelievo dei dati, e voilà, il sito si è caricato.
>
> Le conseguenze sono tutte postume.
>
> Fonte: http://www.zeusnews.it/n.php?c=20989
>
> --
> LuX
>
>
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