[Ninux-Abruzzo] Ninux 2.0 in Abruzzo.

Marco Tarquini marco.tarquini a gmail.com
Lun 3 Dic 2018 09:39:32 CET


Ciao a tutti.

Innanzitutto queste che seguono sono riflessioni di un newbie dopo 8 mesi
di permanenza nella community abruzzese, e perciò vi prego di considerare
con indulgenza le molte ingenuità.

Facendo riferimento a quanto emerso all'ultima riunione al Fusolab,
trasmessa da Federico

https://www.youtube.com/watch?v=S_iuUfwnlqM

ed in particolare al relativo pad

https://pad.ninux.org/p/ninux2.0

provo a dare seguito ad una delle indicazioni emerse in quella riunione, e
cioè una diversa, strutturazione delle comunicazioni, utilizzando la ML,
per cercare di migliorare il flusso e la reperibilità delle informazioni.

Negli ultimi giorni sul canale Telegram ho provato ad introdurre delle cose
che sono il risultato di mie riflessioni personali intorno ad alcune cose
dette da Nino Ciurleo (ninux) nella riunione romana

https://youtu.be/S_iuUfwnlqM?t=4084

ed intorno allo stato di ninux in Abruzzo.

Rimandando voi tutti alla visione alla diretta sopra linkata, mi pare che
al Fusolab sia stato proposto (almeno per l'isola di Roma, che è però molto
importante), nell'ottica di attribuire un maggiore focus su altri argomenti
rispetto allo sviluppo della rete fisica, di diversificare i nodi ninux in
nodi di tipo "VPN", connessi a ninux tramite una rete privata su internet,
ed in nodi "classici".

In particolare è stato suggerito che i nodi VPN potrebbero portare ad un
maggiore sviluppo di servizi sulla rete e che dovrebbero contribuire alla
rete ninux (non avendo infrastruttura fisica wireless) mettendo a
disposizione risorse di calcolo per la rete stessa.

Come alcuni di voi sanno, le parole di Nino, Fabys ed altri mi hanno
lasciato molto perplesso, ma piuttosto che limitarmi a rifiutarle
semplicemente come "personalmente non gradite", ho provato ad immaginare, a
sviluppare alcune possibili conseguenze, ricollegandomi anche ad
indicazioni già emerse qui in Abruzzo da varie parti.

Mi riferisco alla necessità o meno di avere "scopi" o "progetti" tecnici
particolari per la rete ninux (in particolare alcune introdotte da Giuseppe
di Bari, ma anche da Fabio di L,Aquila): se una rete comunitaria wireless,
dovendo essere costruita fisicamente, ha in se almeno uno scopo evidente,
una rete "virtuale" quali scopi può, o deve, avere? Per usare parole di
Nino, che traffico devi farci?

Questa supposta necessità di scopi (concreti) personalmente io l'ho
riallacciata ad una cosa emersa durante l'ultima (unica) cena di ninux
Abruzzo, la possibilità di una collaborazione con l'Itis Volta tramite il
prof. Germano, possibilità nata grazie ai talk di Federico agli ultimi
Linux Day a Pescara.

Al riguardo, nei giorni scorsi io mi sono imbattuto in un progetto del 2016
proposto su Linux Journal, il Tiny Internet Project, TIP.

1) https://www.linuxjournal.com/content/tiny-internet-project-part-i
2) https://www.linuxjournal.com/content/tiny-internet-project-part-ii
3) https://www.linuxjournal.com/content/tiny-internet-project-part-iii

Il progetto mi ha colpito perché in apparenza può rispondere ad alcuni
degli interrogativi che mi pongo ed affrontare alcuni dei punti emersi alla
riunione al Fusolab, perché potrebbe consentire di approcciare in modo
diverso alcune delle difficoltà di sviluppo della rete fisica di ninux in
Abruzzo, ma soprattutto perché mi sembra un qualcosa di concreto, uno scopo
pratico (se mai ce ne sia bisogno in ninux ed in Abruzzo).

Da un lato un TIP è qualcosa che può essere proposto - in vaarie forme -
all'esterno di ninux, per esempio alle scuole come l'Itis Volta, visto lo
scopo originario del progetto di LJ, e penso anche al FabLab di L'Aquila di
Fabio, che pure ha a che fare col mondo scolastico, o ancora a Giuseppe a
Bari, che sia tramite la sua scuola sia tramite ReCaS potrebbe - se ne ha
l'intenzione - sviluppare progetti simili o affini.

Da un altro lato il concetto dietro al TIP si presta ad essere implementato
come un laboratorio di sviluppo per l'infrastruttura ed i servizi di una
rete di nodi ninux 2.0 di tipo VPN, anche se per fare questo richiede
diverse modifiche ed adattamenti rispetto a quanto previsto in origine (uso
di computer di recupero, carico di lavoro, tipo di macchine virtuali, etc).

Inoltre potrebbe consentire di indirizzare in maniera forse nuova il
problema della formazione, considerato un aspetto critico nell'esperienza
ninux degli ultimi dieci anni ed emerso a più riprese nel corso della
diretta dal Fusolab, dove non si vuole dare la pappa pronta per consentire
lo sviluppo fisico della rete, ma comunque si cercherebbe di consentire una
sorta learning while doing "assistito", a beneficio sia dei ninuxer, sia
dei soggetti esterni (e penso agli alunni delle scuole, i quali un giorno
potrebbero decidere di entrare a far parte della comunità abruzzese, già
ricchi di qualche competenza specifica).

Infine, eventuali frutti concreti di un siffatto laboratorio potrebbero
costituire quei servizi, o quel traffico, che sono stati caldeggiati come
sviluppo desiderabile (o necessario) per ninux 2.0 da molti dei
partecipanti alla riunione del Fusolab, accanto allo sviluppo della rete
fisica.

Dalla chat Telegram ho ricevuto dei primi commenti (non su queste
riflessioni in toto, ma sul tipo di infrastruttura che pensavo necessaria
per implementarle), ed in particolare da Federico La Morgia, che in quanto
persona seria ed anima di ninux in Abruzzo, io ho tenuto in grande
considerazione.

Federico ci ha tenuto a sottolineare, e per molti aspetti concordo con lui,
che una infrastruttura molto moderna e complessa, come quella appena appena
accennata da me, è un progetto complicato e forse troppo ambizioso per le
capacità, il tempo disponibile e le risorse economiche di un newbie come il
sottoscritto.

Ha aggiunto che, se a livello personale mi interessasse studiare gli
aspetti tecnici di networking legati a bgp e reti overlay (alla base di
quell'infrastruttura VPN di ninux 2.0 come è stata ventilata solo in linea
di principio al Fusolab), questo debba trovare sfogo in uno studio
individuale e meno articolato, che parta da un livello più basico e mano
mano affronti le complessità sistemistiche e di internetworking, se non
altro per correre meno rischi di impantanarsi in difficoltà tecniche non
risolvibili da solo, e di sprecare le scarse risorse personali.

Come dicevo, pur condividendo molti dei rilievi di Federico, nondimeno ho
immaginato la cosa come una possibile, parziale risposta a diversi dubbi e
problemi che mi sono posto e che riguardano ninux in Abruzzo in toto, non
solo come gratificazioni o esigenze personali.

Motivo per cui vorrei sapere da voi cosa ne pensate, se le mie idee, anche
se ingenue, possano trovare a vostro parere un qualche sviluppo, uno sfogo
di tipo comunitario e collaborativo, essere realizzate e fruite insieme
nelle forme che insieme possano magari essere ritenute accettabili, utili,
pratiche, effettive.

Grazie dell'attenzione che mi avete prestato, spero vogliate anche
intervenire al riguardo.

Ciao, Marco
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