[Ninux-Calabria] Internet comunitario, qualche dubbio

Lipos algieriluca a gmail.com
Sab 23 Gen 2016 19:30:07 CET


Mi scuso preventivamente per chi avese già iniziato a seguire il thread
per l'auto quote.
Purtroppo da circa 2 mesi, le mail mandate dalla mail @ymail.com,
vengono segnalate come spam da gmail e non solo (problema con dmarc).
Avendo iniziato io questo thread, con la conseguenza che per molti sarà
finito in spam, ma reputando che sia interessante discuterne, riposto il
testo segnalando anche che lipos a ymail.com da ora scrive tramite
algieriluca a gmail.com.


A Cosenza è da un pò di tempo che discutiamo di internet comunitario,
come modo per condividere costi e benefici, o anche come metodo per
superare il digital divide che dalle nostre parti è ancora molto presente.
Finora gli esempi concreti rimangono l’ Internet condominiale e
l’internet solidale, con cui un’associazione noprofit condivide la
propria adsl con i soci aderenti anche alla rete Ninux.
Con l’avvento della fibra, il cercare di condividere in modo comunitario
una connessione a banda larga, è diventato concretamente possibile.
Nell’approntare il tutto in attesa di avere la connessione da poter
condividere, ci siamo imbattuti in una richiesta, legittima, a cui non
avevamo pensato.
Un nodo della rete, che voleva aderire alla condivisione della
connettività, ha da poco installato delle telecamere di sicurezza alle
quali vorrebbe accedere anche dall’esterno di Ninux.
Avendo un dvr con dynamic dns già configurato, la necessità era quella
di aprire 2 porte sul modem, porte di uso comune e che verrebbero così
ad essere utilizzate in modo esclusivo.
Effettivamente, condividendo i costi della connettività, anche i servizi
andrebbero condivisi e tra i servizi sicuramente ci sarebbero la
disponibilità dell’apertura di un certo numero di porte, per poter
impostare servizi esterni.
A questo punto l’idea sarebbe quella che, quando si divide equamente
spese e banda di connettività, sia giusto mettere a disposizione, dei
nodi partecipanti, un certo numero di porte, rese tra quelle non
registered, assegnate e forwardate verso il nodo a cui sono assegnate,
in modo che possa così attivare eventuali servizi che necessitano
accesso dall’esterno.
A Cosenza tutta l’isola usa il routing a terra e pertanto sul nodo che
fornisce l’uscita verso internet, bisognerà impostare il server vpn in
modo che assegnino ip statici ai client, poichè il port-forwarding dovrà
essere rediretto sulle vpn opportune.
Fermo restando che in ogni caso, come per ogni altra cosa in Ninux, il
concordare va fatto tra i nodi interessati, voi come affrontereste la
questione?

Altro aspetto da considerare è, visto che non tutti sono praciti di
port-forward, fino a dove ci si dovrebbe spingere nell'aiutare nella
configurazione delle porte o si dovrebbe lasciare che in ogni caso il
proprietario del nodo si attivi autonomamente?

P.s. Personalmente credo che 10 porte aperte, per nodo, sia un numero
sufficiente.




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