[Ninux-Wireless] wi-next ma chi sono questi?

Gioacchino gmazzurco89 a gmail.com
Dom 10 Gen 2010 18:32:02 CET


non ho capito perche' la gpl non puo' essere difesa in un tribunale italiano 
pero...

quindi il codice che io ho scritto e pubblicato con licenza gpl  e' 
praticamente a sbafo/scrocco ?

questo non va per niente bene ci sono licenze tipo gpl che mi garantiscono in 
italia/europa/mondo ?

non voglio che il mio software sia rivenduto dal primo pinocchio senza che 
distribuisca il sorgente!!!
e poi scusa quindi in italia quali sono le licenze che valgono solo quella 
microsoft?

cioe' qualsiasi italiano puo' fare le peggio porcate col software della 
comunita' ???

On Sunday 10 January 2010 16:01:00 you wrote:
> Il 10/01/10 14:51, Gioacchino ha scritto:
> > ma a questo punto non ci sono i presupposti per segnalare alla fsf una
> > violazione della licenza gpl visto che loro hanno costruito programmi (
> > dalle screen shot sembra ) sopra software gpl senza condividere il
> > sorgente ?
> 
> In linea di massima si. Ma non e' cosi' facile, Gioacchino. Prima di
> tutto FSF pertiene alla giurisprudenza americana che poco ha a che
> vedere con quella italiana e europea se non per costanti ingerenze della
> loro politica industriale sulle nostre; in genere deputate a ingrezzire
> la nostra ricca storia, e tutelare la seconda voce di profitto del PIL
> statunitense (dati di prima della crisi; adesso forse la c.d. Proprieta'
> Intellettuale e' diventata la prima voce visto che gli USA, in termini
> finanziari, hanno perso circa il 75% della loro superiorita' finanziaria
> che costituiva la prima voce).
> Non so ora come ora se hanno attivato nuove "funzioni" anche a livello
> internazionale, ma temo che anche volendo non potrebbero aiutarci molto.
> Dare qualche dritta magari, ma come si localizzano le loro dritte sul
> diritto nostrano?
> "Guarda caso" la GPL non e' difendibile in un'aula di tribunale italiano.
> 
> E poi c'e' un vizio filosofico di fondo legato al fatto che noi abbiamo
> queste maledette radici cristiane. Per lo meno io lo riconduco a quello.
> E cioe' che quando c'e' qualcosa che non va, prima di andare a cercare
> un Babbo Buono, un Pastore, che ci aiuti... dovremmo chiederci se
> possiamo fare qualcosa noi in prima persona ("Cosa posso fare io?"). Non
> Lo Stato, non Gli Altri, non FSF (che e' mero "alleato filosofico",
> visti i limiti di cui sopra).
> 
> Dunque, cosa possiamo fare io e te? Bah... dobbiamo per forza rivolgerci
> alla politica; in un regime di diritto cosi' rigido non c'e' spazio per
> i fenomeni emergenti come la condivisione dell'ingegno e dell'arte al di
> fuori dei canali prestabiliti (Universita', SIAE, Brevetti, Marchi).
> Oppure ignorarla come abbiamo fatto fino ad oggi, finendo per farci
> quindi una guerra tra poveri mentre in tanti ci saccheggiano e
> sfruttano; in particolar modo dall'estero.
> 
> Non solo. Ma mentre ti scrivo io so' che anche in questa lista c'e' a
> chi fa comodo questa impostazione perche' ha intrapreso una carriera
> universitaria. Ha cioe' deciso di leccare culi per i prossimi 10 anni in
> attesa che qualche barone muoia o sia sufficientemente soddisfatto per
> questa attivita' extra-scienza, da concedergli quindi un po' piu' di
> autonomia all'interno dell'Universita'. I quali vedono questa
> impostazione pre-esistente non come limite alla condivisione, ma come
> barriera di potenziale legale... ai propri interessi individuali. Come
> una tutela, una protezione, da quelli - ad esempio - come me; gli
> Indipendenti che per sorte (fortuna, solo dannata fortuna) approdano ad
> alcune trovate prima e/o meglio degli universitari, completandoli.
> Gli universitari sono stati piantati sulla realizzazione di modelli
> matematici che per loro natura richiedono un lavoro formale non
> indifferente e dei tempi biblici per essere realizzati (proprio
> ultimamente Saverio mi diceva che c'e' tutta una serie di procedure di
> produzione, revisione, confronto, internazionale, su cio' che viene
> prodotto nelle accademie). E PRIMA di aver completato quel lavoro non si
> muovono. Altri sono invece all'eccesso opposto: iniziano a scrivere
> cercando di perseguire una vaga idea che hanno in testa e arrivando
> spesso e volentieri all'incapacita' di proseguire perche' non riescono
> piu' a ritrovarsi nella confusione da loro prodotta. E poi ci sono i
> semiempirici come me, che procedono in parallelo; io inizio comunque
> dalla pratica, ma proseguo di pari passo su ambo i fronti; alcune volte
> mi incastro, altre riesco a tirarne fuori qualcosa che funziona. E non
> mi faccio tante pippe con questi eccessi di astrazione. Credo che anche
> il core team di Ninux condivida questa semi-empiricita'; infatti in
> Ninux ci sono persone che vengono dal mondo dell'universita', altre dal
> mondo dell'elettricita' commerciale, altre dal... giardinaggio. E
> insieme son forti.
> 
> Esempio storico:
> 
> "Sin dal 1970, l'interesse principale di Dijkstra fu la verifica formale
> (formal verification). A quel tempo l'opinione prevalente era che
> bisognasse scrivere prima il programma e solo in seguito fornire una
> dimostrazione matematica di correttezza formale. Dijkstra obiettò che le
> dimostrazioni così prodotte erano lunghe ed illeggibili, e che non
> fornivano nessuna informazione sul modo in cui il programma era stato
> sviluppato. Il metodo alternativo proposto da Dijkstra fu il cosiddetto
> program derivation, consistente nello sviluppare in modo parallelo il
> programma e la dimostrazione.
> [...]
> Partendo da una descrizione matematica di quello che il programma
> dovrebbe fare, si applicano le opportune trasformazioni matematiche in
> modo da trasformare la descrizione matematica iniziale in un programma
> eseguibile. Il programma risultante viene definito come: correct by
> construction ("corretto per costruzione")."
> 
> Esempio attuale:
> 
> Reti a maglia. Diciamo che e' iniziato tutto con OLSR: una
> formalizzazione accademica semi-lavorata. Con la sua implementazione
> pratica. E la nostra - come tante altre - applicazione sperimentale del
> 2004-2005-2006. Personalmente ho mollato quando non ho trovato un
> tessuto sociale pronto ad accogliere i principi di collaborazione che
> gli scienziati hanno utilizzato in IETF agli albori di Internet. I
> Ninuxiani un paio di anni dopo li hanno chiamati "problemi di layer8"
> (cfr. modello ISO/OSI, composto di 7 layer; l'ottavo e' dunque l'essere
> umano che ha/controlla la macchina); dicitura che ho poi sposato perche'
> la trovo particolarmente rappresentativa. E in particolar modo:
> 
> - la consapevolezza che per procedere da un modello di tlc
> decentralizzato a uno distribuito (cosi' come nella produzione e
> distribuzione artistica, o la "democrazia diretta") e' necessario che
> ogni singolo individuo si assuma degli oneri/responsabilita' invece di
> delegarli ad altri;
> - la consapevolezza che la legge non e' detto che sia ottimale e
> attuale. Questo nel mio caso e' stato particolarmente blocking: a
> presentazione "rete collaborativa, bla bla, non pagare la bolletta, bla
> bla" arrivava sempre la domanda "maaaaa... e' legale?", e io non sapevo
> cosa rispondergli; qualunque risposta sembrava essere quella sbagliata:
> (a) si (ma menti sapendo di mentire; piu' che altro perche' ti fanno le
> leggi sotto il culo per impedirti di fare), (b) so/ni (ma nel dubbio,
> l'altra persona il piu' delle volte smette di cagarti perche' non vuole
> avere noie; in fin dei conti un adsl costa 15 euro al mese), (c) no
> (peggio della risposta b).
> 
> E mentre noi ci facevamo, come individui e come popolo, una marea di
> pippe sul fare o non fare; in Spagna, Grecia, Germania, Austria,
> Estonia, etc. hanno costruito incredibili esempi pratici di reti piu' o
> meno a maglia. Semiempiricamente: ci sono le formalizzazioni, le usiamo
> senza pianificazione, vediamo dove arriviamo... e stanno ancora a fare
> networking... chissa' dove arriveranno :)
> Da noi nisba. Con tutti questi pinocchietti che si svegliano con anni di
> ritardo e pretendono di lucrare sul lavoro condiviso e collaborativo di
> centinaia di persone sparse in tutto il mondo in virtu' di una presunta
> superiorita' accademica che pero' si son persi per strada nel momento
> stesso in cui hanno fatto una srl privata...
> 
> ---
> 
> Quindi capisci insomma come la cosa si e' gia' fatta particolarmente
> complicata. Come procedere in modo e individualmente soddisfacente e
> socialmente utile? Dipende dall'esperienza e dalla filosofia di fondo.
> Vuoi procedere? Bene, allora raccogliamo adesioni politiche; rimandiamo
> a casa loro alcuni individui avvezzi a queste pratiche di
> capitalizzazione del profitto e socializzazione delle perdite... e poi,
> forse, possiamo lavorare forti del fatto che TUTTI stanno condividendo
> alla stessa maniera. Chi dall'alto delle capacita' di astrazione di un
> accademico, chi dal basso della concretizzazione empirica. Ma
> collaborando. Non facendo i furbi...
> 
> Se oggi non trovi il loro codice e' perche' non possono brevettarlo.
> Perche' c'e prior art. E probabilmente quel poco che hanno sviluppato
> sono dettagli di valore intellettuale talmente scarso da non essere
> brevettabili. Quindi nascondono quel collante realizzato per
> infiocchettare la roba GPL con la speranza che questo gli dia modo di
> poter vantare "io sono il migliore". Security by obscurity.
> 
> ciao
> 
> Michele
> 
> > On Sunday 10 January 2010 14:39:35 you wrote:
> >> Il 10/01/10 14:33, Gioacchino ha scritto:
> >>> cia ragazzi ho trovato questo sito http://www.winext.eu in una delle
> >>> loro pagine (
> >>> http://www.winext.eu/cms/index.php?IDLanguage=1&IDMenu=74&URI=inner.php
> >>> ) dicono di essere i migliori della panoramica "opensource" ma cercando
> >>> sul loro sito di sorgente non ne ho trovato... che siano gli ennesimi
> >>> che cercano di fare soldi con i programmi opensource senza condividere
> >>> il sorgente??
> >>
> >> Ve ne ho parlato tempo fa. Io li ho incrociati nel 2006 - a spin-off
> >> appena effettuato. E sondati parlando con quello che si e' definito il
> >> loro "commerciale".
> >> Un professore di ingegneria di Torino, fatto spin-off con studenti, ha
> >> iniziato a dipingersi come appunto "migliore qualcosa".
> >> Tecnicamente ha preso OpenWrt e OLSR, e li ha incollati, ha disegnato
> >> tante belle slides, e ha iniziato a spacciarli per suoi. Vantando una
> >> collaborazione con l'azienda dei mezzi di trasporto torinesi.
> >> Dopo pero' quel contratto (tutto da verificare), ha iniziato a
> >> lamentarsi che le istituzioni non gli si compravano la sua roba...
> >>
> >> Con OpenSource non centra niente. Ha solo attinto, non ha mai dato.
> >> Almeno cosi' sembra.
> >>
> >> ciao
> >>
> >> Michele
> >>
> >> P.s.: se fossero persone capaci avrebbero fatto come ho fatto io... che
> >> quando mi sono messo a fare il business plan - fatto perche' sembrava
> >> essere l'unico modo per trovare fondi privati - mi sono reso conto che
> >> non era possibile guadagnarci sopra senza tradire alcuni aspetti etici
> >> dell'informazione; e quindi il business plan era semplicemente inutile.
> >> Invece son buffoni, investono il proprio tempo in attivita'
> >> implicitamente fallimentari, e poi frignano.
> 



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