[Ninux-Wireless] Proposta di legge sul libero accesso alla rete

nemesis nemesis a ninux.org
Lun 25 Nov 2013 20:39:22 CET


 BEGIN PREMESSA:
 Non voglio mettermi a parlare di politica, se qualche altra forza 
 poltiica avesse messo in piedi la possibilità di fare commenti e 
 proporre modifiche avrei fatto la stessa cosa, quindi perfavore non 
 generiamo flame.
 END PREMESSA

 Qui stanno facendo un disegno di legge da presentare:
 https://sistemaoperativom5s.beppegrillo.it/edit_entry.php?id=16

 Mi pare ancora molto bozza.
 Se volete fare proposte, scrivere un pezzo, ammendare, mandatemi il 
 testo e lo aggiungo.
 Non so se si possono iscrivere tutti perchè è in beta.

 Se volete facciamo un google doc.. e gli postiamo proposte di modifica 
 giornalmente.

 Come data su fine discussione è segnato 31 Gennaio 2014

 Ecco il testo:

 "DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

 MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLA COSTITUZIONE IN MATERIA DI TUTELA E 
 LIBERO ACCESSO ALLA RETE INTERNET.

 Onorevoli Senatori!

 Se il diritto all'informazione coincide con il diritto stesso alla 
 democrazia, è evidente che il grado di democraticità di uno Stato si 
 misura sulla disponibilità delle informazioni, sull'estensione, la 
 quantità e la qualità delle informazioni disponibili, sull'estensione 
 del bacino di accesso alle informazioni, sulle modalità secondo cui esse 
 circolano.

 Il periodo storico che stiamo vivendo è caratterizzato e sarà ricordato 
 sicuramente come il periodo di inizio della 3° rivoluzione industriale e 
 culturale, quella cioè che vede l’uso di internet diffondersi in maniera 
 esponenziale riducendo distanze e modificando profondamente i modi di 
 produzione e distribuzione, non solo di beni e merci, ma anche di 
 cultura.

 Internet, in particolare, è una piattaforma costituita da tecnologie 
 sottostanti - PC, reti, protocolli, utenti, data-base - ma è anche un 
 artefatto culturale la cui esistenza sociale e politica è assolutamente 
 indipendente da quelle componenti.

 Ha introdotto modalità di relazione fra persone sconosciute prima e, in 
 ciascuna di esse, abitudini nuove; ha reso raggiungibile 
 l'inaccessibile, ha ampliato il senso della post-modernità, 
 smaterializzando i corsi di accesso al sapere, alla conoscenza, sempre 
 difficoltosi prima, liberandoli dai vincoli materici, spaziali e 
 temporali che li ingabbiavano (le biblioteche, gli archivi, gli 
 schedari: percorsi, entrate, orari, procedure, riproduzioni, attese, 
 ritorni), infine virtualizzando e sintetizzando gli atti, ma 
 amplificandone la portata e la valenza dei risultati.

 Negli ultimi mesi in particolare è emerso in modo sempre più diffuso il 
 concetto di “cloud” cioè quella metodologia che permette di condividere 
 strumenti e risorse online, quindi informazioni sempre disponibili in 
 rete.

 La condivisione del pensiero e della conoscenza in maniera virtuale, in 
 rete, determina quindi uno spostamento del baricentro culturale della 
 società, che in tempi classici poteva essere identificato ad esempio con 
 il filosofo, con la biblioteca e fino alla fine del boom economico con 
 il "tecnico" oppure "professionista". Oggi il baricentro culturale di 
 una nazione - ma non solo -deve essere necessariamente identificato ed 
 inquadrato da un punto di vista collettivo e sociale, anche in termini 
 di disponibilità.

 Ancora più in dettaglio, la possibilità di avere, sempre, ovunque e 
 immediatamente una risposta ad una domanda, innesca apparentemente da un 
 lato un impoverimento personale diminuendo il proprio bagaglio 
 culturale, mentre alimenta di fatto la massa culturale globale.

 Nella affermazione precedente si è usato non a caso il termine 
 apparentemente, perché di fatto la disponibilità di risorse in rete, 
 costante nel tempo, apre le porte dell’ignoto e lascia invariata la sete 
 di sapere personale. In altri termini, mentre 100 anni fa una persona di 
 media cultura aveva accesso limitato al sapere che non afferiva alla sua 
 sfera, oggi, si può a ragione ritenere che sia straordinariamente più 
 semplice non già "detenere", ma piuttosto "accedere" alla soluzione.

 Ecco allora come si delinea la oramai non procrastinabile esigenza di 
 definire uno "spazio costituzionale di interazione fra l'attività dei 
 cittadini e quella delle istituzioni" garantita dalla possibilità 
 tecnica per tutti gli appartenenti a una comunità di essere presenti in 
 tutte le fasi dei processi culturali, sociali, politici e 
 amministrativi.

 La "rete" internet prima che un dispositivo tecnologico, è una nuova 
 dimensione della realtà con modalità di relazioni e di azioni immerse in 
 un contesto sociale disarticolato, in mutamento costante, fluido, quindi 
 poco lineare, un contesto sociale che paradossalmente è esso stesso 
 prima di tutto reticolare.

 Le tecnologie di rete sono parte integrante di questa dimensione e sono 
 anch'esse connotate da una doppia natura: da una lato, canale di 
 comunicazione per far interagire individui e gruppi; dall'alto, ambiente 
 sociale in cui "vivono" e si sviluppano i rapporti economici, politici e 
 culturali e in cui si configurano i "luoghi" decisionali.

 I diritti e le libertà fondamentali richiedono oggi una rilettura 
 profonda alla luce delle nuove tecnologie, perché la possibilità di 
 manifestare liberamente il proprio pensiero debba essere garantita da 
 forme di protezione dell'anonimato simili a quelle relative al diritto 
 di libera circolazione su tutto il territorio di uno Stato (o di 
 "sovra-stato" come la comunità europea o in termini globali l'intero 
 pianeta). Tale libertà di espressione deve essere paragonata alla 
 possibilità di navigare liberamente nella rete senza essere tracciati da 
 alcun sistema di profilatura né di registrazione e validazione dei 
 propri dati personali, che sia in contrasto con le leggi ordinarie.

 Il web, sottoinsieme di internet, è lo spazio dove prospera la maggior 
 parte dei nuovi soggetti egemoni, quelle classi creative e\o globali che 
 sul possesso di beni immateriali e sul loro inserimento nelle logiche 
 tradizionali della domanda e dell'offerta stanno costruendo forme di 
 potere nuovo, che le configura a tutti gli effetti come parte della rete 
 di nodi decisionali di cui si è appena detto, in pieno coincidenti con 
 quegli organismi economici e finanziari in grado di condizionare con le 
 proprie decisioni l'assetto culturale e politico dei singoli paesi.

 Il disegno di Legge proposto è un'iniziativa che non è nuova in Europa: 
 una legge simile è stata approvata in Finlandia il 1 luglio scorso, con 
 un provvedimento ancora più specifico (In Finlandia da oggi la banda 
 larga è un diritto). Per assicurarsi che tutti i Cittadini possano 
 godere allo stesso modo del diritto di collegarsi a Internet, infatti, 
 il Governo finlandese ha stabilito che tutti i provider sono obbligati a 
 fornire a ogni residente una linea a banda larga con una velocità minima 
 di 1 Mbps.

 Circa il quesito posto (fattibilità e possibilità di modifica dei 
 principi fondamentali della Costituzione), una integrazione dei principi 
 fondamentali in tal senso appare fattibile nell'ordinamento.

 Il DDL va ad integrare l'articolo della Costituzione in effetti 
 “chiave” per la materia internet (art. 21) e le modifiche proposte 
 appaiono condivisibili (anche nel dato testuale) e fattibili.

 Si introduce un principio di libertà ed “uguaglianza sostanziale” (v. 
 art. 3 Costituzione) anche al fine dell'accesso ad Internet.

 All'art. 21 si è tolta la riserva di legge trattandosi di principio 
 generale “autosufficiente”. La Costituzione infatti è infarcita di 
 riserve di legge e rinvii alla legge ordinaria, che però troppo spesso 
 nella storia della Repubblica sono servite solo, a seconda delle 
 maggioranze parlamentari di turno, a limitare i diritti costituzionali.

 Peraltro nel prosieguo del medesimo articolo vi sono già gli ampi 
 rinvii alla legge ordinaria. Basti pensare invece che la Costituzione 
 degli Stati Uniti in materia di libertà di espressione, stabilisce 
 l'esatto contrario, e cioè non il rinvio alla legge ordinaria per 
 disciplinare tali diritti, bensì il divieto di leggi ordinarie che 
 limitino la libertà di espressione (“AMENDMENT I Congress shall make no 
 law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free 
 exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; 
 or the right of the people peaceably to assemble, and to petition the 
 government for a redress of grievances”).
 

 DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

 Art. 1

 (Modifica all'articolo 21 della Costituzione)

 
 1. All'articolo 21 della Costituzione, dopo il primo comma, è inserito 
 il seguente:

 ​«Tutti hanno il diritto di accedere liberamente alla rete Internet. La 
 Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale al fine di 
 rendere effettivo questo diritto. La legge promuove e favorisce le 
 condizioni per lo sviluppo della tecnologia informatica.»





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