[ninux-not-wireless] Fwd: ANONYMOUS lancia AIRCHAT
Alessandro Gubitosi
gubi.ale at gotanotherway.com
Sun May 4 22:01:28 CEST 2014
airchat
<http://cdn.iconicon.it/blog/wp-content/uploads/2014/05/airchat.jpg>
Anonymous: Se spengono Internet abbiamo creato AIRCHAT -- Internet a
Onde Radio
*Sviluppato da Anonymous per comunicare anche in caso di censure
governative, Airchat sarebbe utilissimo anche in caso di calamità
naturali.* Disconnettere le persone dalla *Rete* o rendere impossibile
comunicare *via cellulare* durante una manifestazione non sono scenari
distopici. In alcuni luoghi, *dall'Egitto alla Siria fino alla liberale
San Francisco*, si sono già verificate situazioni del genere.
Ma anche* guerre, cataclismi, uragani* possono distruggere quelle
comunicazioni che troppo spesso si danno per scontate, che si tratti
della rete internet o di quella telefonica. Tuttavia c'è un mezzo che è
in grado di *sopravvivere* a molti di questi scenari e che è alla
portata di qualsiasi persona, senza bisogno di infrastrutture od
operatori: sono *le onde radio.*
Guidati da quest'idea un gruppo di membri di *Anonymous*, provenienti
dall'esperienza* LulzSec/Antisec*, ha appena lanciato *Airchat*, un
sistema di networking che *usa le onde radio disponibili per comunicare
e condividere dati tra PC.* Non solo: le comunicazioni inviate possono
essere *criptate*, e gli utenti possono anche far passare il traffico
attraverso un proxy o la rete Tor per garantirsi l'anonimato.
Insomma, si tratta di un vero e proprio* kit da battaglia dell'attivista
dell'informazione*. Finora il progetto è allo* stadio iniziale*: il
sistema è stato testato e consente di chattare (anche con audio), di
inviare immagini, ma anche di connettersi a internet e consultare
Twitter o le notizie in modo minimalista se c'è una connessione condivisa.
"/Airchat è uno strumento di comunicazione libera che non necessita di
una infrastruttura internet o una rete cellulare. Si basa su qualsiasi
collegamento radio esistente o apparecchio capace di trasmettere
audio/", si legge nella descrizione del progetto caricata su Github
<https://github.com/lulzlabs/AirChat/>. Dove si può vedere anche un
video dimostrativo (colonna sonora, manco a dirlo, è /Guerrilla Radio/).
Gli autori di AirChat si fanno chiamare *LulzLabs*, e in qualche
modo *discendono dal gruppo che più di due anni fa ha messo a ferro e
fuoco* una serie di siti internazionali, con spettacolari attacchi
informatici. Alcuni di loro sono stati arrestati, altri si sono
dispersi. Chi è rimasto si muove *con circospezione.*
*Wired* ha *intervistato uno di loro attraverso una chat criptata*: mi
ha chiesto di non rivelare il suo attuale nickname e di farsi
chiamare* CC3*.
"Il progetto è nato da una serie di riflessioni fatte assieme come
gruppo, ripensando a tutte le esperienze che abbiamo attraversato:
Anonymous, LulzSec, AntiSec... E soprattutto ai problemi che abbiamo
incontrato e che in passato non avevamo affrontato perché eravamo
troppo impegnati a vivere il momento. Airchat è il frutto di questo
brainstorming".
Alla base, spiega CC3, c'è la consapevolezza che nel mondo la maggior
parte delle persone non ha accesso alle comunicazioni per *questioni di
povertà e divario digitale* o perché tali comunicazioni sono state
tagliate, come accaduto in Egitto, Libia, Siria.
"Noi amiamo Internet ma per molti è ancora un lusso", prosegue CC3,
"e anche le reti cellulari, sebbene il loro utilizzo sia cresciuto a
dismisura negli ultimi 10 anni, non sono sempre una soluzione, tanto
più che qualcuno può decidere se farle funzionare o meno. Allora
abbiamo pensato di cercare delle alternative economiche e il più
possibile democratiche".
Quella di *facilitatore delle comunicazioni* è una delle identità più
forti del movimento hacktivista. Che a partire *dalla Primavera Araba
p*er arrivare al caso recente del bando di Twitter in Turchia ha spesso
lavorato, insieme a gruppi affini come *Telecomix*, per creare
dei *pacchetti di assistenza* (care packages, qui un esempio dedicato
alla Siria), ovvero per *aggregare e diffondere una serie di software e
informazioni utili ad aggirare la censura e a proteggere al contempo
l'identità* degli utenti. Airchat, in questo senso, sembra un po'
un *ritorno alla origini,* ma rivisitato in chiavepost-rivelazioni Nsa
<http://www.wired.it/attualita/tech/2013/12/30/datagate-nsa-viola-pc/>,
che hanno reso evidente il peso della sorveglianza e del controllo
governativo nelle comunicazioni globali.
"I costi delle attrezzature si sono abbassati molto sul
mercato", continua CC3. "Così abbiamo iniziato a pensarci,
ispirandoci ai casi delle Ong che stanno in posti difficili e devono
comunicare tra loro in condizioni disagiate, o alle esperienza di
movimenti e manifestazioni come quelle di Puerta del Sol - gli
indignados spagnoli - o di Occupy Wall Street. Spesso gli
accampamenti dei manifestanti sono al di fuori della portata di
connessioni Wi-Fi. Insomma, noi pensiamo che le persone dovrebbero
avere un'alternativa libera e gratuita per comunicare a livello
base. E questo è tecnicamente possibile".
In realtà Airchat* è ancora lontano dall'essere uno strumento
utilizzabile* da normali utenti: di fatto è un *proof of work
funzionante*, che necessita di ulteriore lavoro. Anche per questo il
gruppo LulzLabs è uscito pubblicamente, sperando di ricevere interesse e
aiuto. Ma alla fine cosa serve per farlo funzionare? Bastano
un *radiotrasmettitore*, un *laptop*, e una serie di *software* da
installare. E, allo stato attuale, una discreta competenza tech.
"È stato testato sul campo, anche in condizioni difficili. Lo
abbiamo progettato pensando a persone che si trovano in condizioni
di difficoltà, o che stanno lottando lontano dal comfort delle
nostre società", dice ancora CC3. "Se sei in trappola in un posto
durante una crisi, o il governo ha chiuso le comunicazioni, puoi
ancora parlarti con chi ti sta vicino, e sei più anonimo rispetto a
quando usi un telefono".
Fonte: http://guardforangels.altervista.org/blog/anonymous-se-spengono-internet-abbiamo-creato-airchat-internet-onde-radio/
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